Ragazza che raccoglie rifiuti
Ambiente

SPORT CHE FANNO BENE ALL’AMBIENTE

Quante volte ti sarà capitato durante le tue passeggiate di vedere molti rifiuti a terra, sigarette, bottiglie, mascherine e tanto altro. Questo è il littering, cioè i rifiuti abbandonati, spesso per l’inciviltà delle persone. Oltre il 70% dell’inquinamento dei mari ha origine nell’entroterra e va quindi contrastato dove ha origine, per evitare che finisca in mare trasportato dai fiumi.

Per combattere questo fenomeno possiamo fare due semplici gesti: evitare di abbandonare i rifiuti e praticare sport che aiutino l’ambiente a rimanere pulito. Negli ultimi anni per contrastare questo orrore ambientale, sono nati diversi progetti e attività di associazioni; ma anche piccoli gruppi e singoli per ripulire città, spiagge, boschi, tutti i luoghi della terra che ci ospitano e che dovremmo preservare.

Gli sport che difendono e fanno bene allambiente

Quando alla tutela ambientale si unisce anche il benessere fisico, nascono nuovi sport, con un forte impatto psicofisico. Passare parte del nostro tempo libero nella natura ha enormi benefici per la salute. Contribuire a migliorare ciò che ci circonda non può che renderci più grati e felici. Le azioni di pulizia del territorio diventano un’occasione per promuovere lattività fisica e riappropriarsi dei luoghi; ma anche farci sentire bene con noi stessi facendo la propria “piccola parte” dando anche il buon esempio.

Ma quali sono gli sport che fanno bene all’ambiente e aiutano a tenerlo pulito?

Il plogging

Nasce a Stoccolma, il plogging, cioè raccogliere rifiuti mentre si corre. Un neologismo che deriva dall’unione della parola inglese jogging e la svedese plocka upp, che significa raccogliere. Nel 2016 Erik Ahlström, un famoso runner, decide di unire lo sport alla nobile causa della tutela dell’ambiente. Con un gruppo di amici armati di scarpe da running, sacchetti e guanti, iniziano il loro jogging raccogliendo rifiuti, postando video e foto sui social. Il plogging ha così in breve tempo conquistato centinaia di appassionati, in tutto il mondo. Sono nati molti gruppi che lo praticano regolarmente e anche molti eventi e gare competitive.

Il plogging in Italia

Anche in Italia sono molte le associazioni e gli eventi di plogging, come il Keep Clean and Run (KCR), un eco-trail a tappe creato nel 2015. Ogni anno, il rifiutologo Roberto Cavallo e altri atleti, attraversano strade e sentieri in tutta Italia, per ripulire i territori dai rifiuti abbandonati. Lungo il percorso, incontrano scuole, famiglie e amministrazioni, per raccontare i danni che producono i rifiuti abbandonati; coinvolgendoli anche in dibattiti e incontri di pulizia del territorio. Nel 2020 KCR ha ripercorso i luoghi della Prima Guerra Mondiale con una corsa di 420 chilometri, da Cortina dAmpezzo al porto di Trieste. Un lungo plogging che sarà raccontato attraverso un docufilm. Si cercherà di farlo trasmettere da un canale televisivo per raggiungere un maggior numero di persone da sensibilizzare sul littering.

Nel 2019 il plogging è sbarcato anche a Venezia. L’associazione sportiva C.U.S. (Centro Universitario Sportivo) ha creato un evento di corsa sportiva e raccolta dei rifiuti per i campi e le calli della città. Hanno partecipato sportivi ma anche cittadini di tutte le età, guidati dal campione di triathlon Alessandro Fabian.

Il bike plogging

Ragazza in bicicletta che fa bike plogging raccogliendo spazzaura

Non solo la corsa come sport per aiutare l’ambiente, ma anche la bicicletta! Nell’edizione 2018 del Keep Clean and Run infatti, la raccolta dei rifiuti si era trasformata nella versione a pedali, il Keep Clean and Ride! Roberto Cavallo ed il triatleta Roberto Menicucci hanno risalito in bici tutta l’Italia per 969 km, da Bari a Chioggia, raccogliendo il littering.

#PedalaxlaTerra, la campagna attivata da Bike therapy, sfida gli amanti della bicicletta a postare le foto sui social del loro bike plogging. Bike Therapy vede la bici come filosofia del benessere individuale, in empatia con lambiente. Non solo pulizia dei luoghi, ma anche laboratori sull’educazione ambientale, economia circolare, riciclo creativo. Organizza inoltre escursioni curative in bicicletta, con varie pratiche a contatto con la natura, come forest bathing, ecologia, yoga ecc.

Una bellissima iniziativa ambientale è Cycle to Recycle di Myra Stals, appassionata di viaggi in bicicletta e attivista ambientale olandese, trapiantata in Italia. Per aumentare la consapevolezza sull’inquinamento soprattutto da plastica, intraprende tour in bicicletta per raccogliere i rifiuti di plastica che trova lungo il percorso. Vuole ispirare le persone a smettere di usare plastica usa e getta e dimostrare che il viaggio di una donna sola e con un mezzo di trasporto sostenibile è possibile e bellissimo.

Nell’estate del 2020 ha percorso oltre 6500 km attraversando l’Italia per raccogliere rifiuti. Ha inoltre raccolto fondi per il Banco Alimentare, per sostenere le famiglie che sono state duramente colpite durante la pandemia covid-19.

Gli sport acquatici che fanno bene al pianeta

Dalla terra ferma ci spostiamo verso fiumi e mari. Lo stato di salute delle acque è sempre più in pericolo. L’aumento della CO2 disciolta nell’acqua ha modificato la sua chimica, causando un’acidificazione e una drammatica distruzione degli ecosistemi. I rifiuti e le microplastiche che finiscono in mare sono tra le principali cause. Oltre l’80% dei rifiuti sono di materiale plastico ed entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci in mare. Recuperare i rifiuti nei mari e fiumi e più difficile ma possibile e anche in questo caso gli sport fanno bene all’ambiente.

Spiaggia piena di rifiuti abbandonati

Il sup contro la plastica

Il sup consiste nel pagaiare con un remo stando in piedi su una tavola da surf per attraversare acque poco mosse. Lizzie Carr, londinese appassionata di sup ha scoperto che oltre ad essere un bellissimo sport può essere un ottimo mezzo per aiutare lecosistema, pulendo fiumi e canali dai rifiuti.

Diventa così nel 2015 attivista per l’ambiente fondando un’organizzazione benefica, Planet Patrol. Con il suo esercito di 8.000 attivisti, pattuglia fiumi e canali, a bordo di SUP, canoe e longboard per raccogliere i rifiuti e controllare la qualità delle acque. Dalla sola Inghilterra, l’organizzazione opera oggi in oltre 40 paesi. Ha anche lanciato unapp che offre agli utenti la possibilità di segnalare zone di accumulo di plastica e inquinamento in tutto il mondo.

Il surf per proteggere il pianeta blu

Il movimento che vuole proteggere il pianeta blu è “Surfstainable, una comunità di surfisti, attivisti per l’ambiente, fra cui diversi italiani, con base a Barcellona. Dalla loro comune passione per il surf, promuovono azioni di sensibilizzazione, buone pratiche per la difesa degli oceani, pulizia di spiagge e catalogazione di dati scientifici. Il loro prezioso pensiero è che sia fondamentale adottare nuovi stili di vita rispettando l’ecosistema.

Per vivere una vacanza esperienziale e sostenibile c’è Surf Week, un tour operator che organizza viaggi, dove all’esperienza del surf si integra l’attività di pulizia delle spiagge.
Non solo vacanza, mare e surf ma anche un aiuto concreto ai luoghi che si visitano trascorrendo qualche ora a fare beach cleaning e impararando quanto sia impattante l’ingratitudine umana sull’ambiente.

Preservare la nostra casa

Gruppo di persone che raccoglie spazzatura in sacchi neri

La diffusione di questi sport che fanno bene all’ambiente e aiutano alla pulizia del nostro pianeta, è un’arma per cambiare il pensiero delle persone. Un modo per aumentare la consapevolezza anche sulla quantità di rifiuti che produciamo e l’importanza di ridurli e consumare meno.

Il pianeta è la nostra casa, tutti dobbiamo tenerlo pulito. Adottare abitudini sostenibili è molto importante. Durante i nostri sport all’aria aperta o semplicemente passeggiate, portiamoci un sacchetto e un guanto e raccogliamo quello che troviamo. Farà bene allambiente e a noi stessi.

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