Il villaggio sospeso tra le fronde
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IL VILLAGGIO SOSPESO TRA LE FRONDE

Quando ho scoperto che esistono delle casette sugli alberi dove si può passare qualche notte e sentirsi un po’ come Tarzan, sono stata felicissima! Ma quando ho scoperto che esiste un vero villaggio in Piemonte sospeso tra le fronde, ho sentito la gioia sprizzare da tutti i pori! Forse un giorno anche il mio sogno di vivere su un albero potrebbe davvero diventare realtà!

Avevo sentito parlare della tribù dei Korowai in Nuova Guinea che vivono sugli alberi nella foresta, ma questa piccola comunità nel Canavese tra i monti Pelati, che ha costruito questo villaggio di case sugli alberi, mi è del tutto nuova. Un villaggio quasi fiabesco, già a partire dal nome del monte dove sorge: La Bella Addormentata. In Europa troviamo qualche caso singolo di abitanti degli alberi, ma loro sono il primo nucleo abitativo a tutti gli effetti.

Il villaggio sospeso tra le fronde

Questo magico villaggio tra alberi di carpino e castagno esiste già dal 2002 e negli anni ha continuato a svilupparsi. Le casette in legno sono sospese a 7 metri di altezza e collegate tra loro da passerelle che permettono di spostarsi tra di loro senza mai scendere a terra. Per costruire il villaggio, sono stati usati materiali di recupero, alberi e rocce offerti dal bosco e tanto impegno e lavoro. La progettazione e la costruzione non sono state per nulla semplici, è stata sfruttata la bioedilizia, ad esempio utilizzando i materiali per coibentare dal freddo le pareti delle case.

Dettaglio casa sull´albero in legno costruita con rami
Foto by Antonio Gregolin

Gli abitanti hanno richiesto diverse opinioni e ascoltato esperienze da costruttori in giro per il mondo prima di realizzare il loro progetto. Per sostenere le case, si sono ispirati alle vecchie palafitte, usando travi in legno posate su grandi massi, da affiancare agli alberi. Tutto questo nel pieno rispetto per l’ecosistema bosco. Questa zona della montagna era inizialmente impoverita dall’eccessivo sfruttamento forestale, ma con la costruzione del villaggio e il rispetto degli abitanti per l´ambiente, la natura ha ritrovato il proprio equilibrio. La comunità è quindi una grande risorsa per la natura circostante.

Le case sono differenti, piccole, grandi, a più piani, ma da tutte si possono guardare gli alberi ‘’in faccia’’! Ogni abitante ha costruito il proprio nido in autonomia, ma sempre contando sull’aiuto della comunità. Il villaggio arboreo non è isolato dal resto del mondo, gli abitanti non hanno rinnegato i comfort moderni, hanno elettricità, acqua calda, telefoni, rete internet. Quello che si impegnano a fare però, è utilizzare meglio la tecnologia ottimizzando i consumi e sprecando meno nel pieno rispetto dell´ecosistema che li circonda.

Ma chi sono gli abitanti arboricoli?

Questo gruppetto di “arboricoli”, sono persone comuni che hanno deciso di adottare uno stile di vita più vicino alla natura. Non sono scappati dalla società, hanno fatto una scelta di vita differente, per allontanarsi dalla vita tossica delle città. Volevano migliorare il proprio benessere quotidiano vivendo immersi nella natura a contatto con gli elementi e con un punto di vista differente, sospesi a 7 metri d´altezza. Sono tutti professionisti che lavorano nelle città vicine e la sera tornano nel loro confortevole nido sugli alberi, per addormentarsi con il fruscio delle foglie. Alcuni invece hanno costruito il loro ufficio o laboratorio direttamente tra le fronde, dove sicuramente trovano grande ispirazione.

A godersi questo sogno sospeso troviamo Carla, farmacista e psicologa, Maria Pia e Salvatore, biologi, Angelo che fa l’orafo, Giorgio e Alice, infermieri che lavorano in un ospedale vicino. Arrivate direttamente dalla Germania anche Elisabeth e Ghisela abitano tra i rami di un castagno. Queste piante meravigliose sono anche il nido di una splendida bimba, ormai cresciuta, Galatea, nata nel 2005 proprio qui su un albero. I genitori sono Dario manager di un´azienda di rum cubano e Alessandra, consulente ambientale che ho scoperto con orgoglio essere bassanese come lo sono io! Ad assistere alla nascita della bimba c’erano i “vicini di pianta” che lavorano come infermiere e ostetrica. Galatea sta crescendo benissimo e in un modo differente da tutti gli altri bambini. Sta creando un legame molto forte con la natura con la quale è quotidianamente a contatto. Un legame che tutti i bambini dovrebbero avere fin da piccoli per apprendere il rispetto e l’amore per la natura e il pianeta.

Com’è la vita sugli alberi?

Ma ora arriviamo alla domanda che tutti si fanno: com’è vivere sugli alberi? È complicato? È faticoso? Sicuramente è necessario spirito di adattamento, i problemi non mancano in particolare con la pioggia, il vento o con neve e ghiaccio. La difficoltà maggiore è raggiungere il villaggio. Si arriva fino alle pendici del bosco, attraverso una stretta strada di montagna che si trasforma in un sentiero, obbligando gli abitanti ad abbandonare la macchina e proseguire a piedi. Con freddo ed intemperie quindi, raggiungere le proprie case diventa quasi un’avventura.

Bisogna anche fare molta attenzione a salire le scale in legno, trasportare la spesa, spesso issata con le carrucole, o alle castagne che cadono continuamente. In inverno ci sono lavori quotidiani, come spalare la neve, pulire i camminamenti, tagliare la legna. Ma qui tutti si aiutano e ognuno svolge i compiti con serenità, come in una grande famiglia, l’organizzazione comunitaria è molto efficiente. Tutta la fatica viene poi ripagata dal tepore delle case in legno, dai pasti consumati tutti insieme a raccontarsi le giornate avvolti dall’armonia della natura.

Veduta di un pranzo condiviso, dalla finestra di una casa sull´albero, della comunità in Piemonte
Foto by Antonio Gregolin

Gli abitanti sentono di vivere più intensamente, hanno riscoperto molte cose che in città sentivano di aver perso. Il senso di comunità, di appartenenza alla natura, i ritmi naturali, la bellezza delle piccole cose, la condivisione e l´aiuto reciproco. Il bosco emana un’energia così forte che quando si allontanano vogliono ritornare il prima possibile.

Vivere intensamente

I paesani conoscono l´esistenza del villaggio ma pochi sanno dove si trovi precisamente, o forse non lo vogliono rivelare. Il popolo del bosco custodisce gelosamente questa scelta di vita, per preservare il loro ambiente idilliaco ed evitare di trovarsi file di curiosi che vogliono scoprire il loro mondo, così insolito ma davvero molto affascinante. Li capisco benissimo, non vogliono farlo diventare un luogo turistico, se si sono ritirati in un bosco cercano una vita tranquilla nel silenzio degli alberi, lontano da cemento, rumori e distrazioni. Magari un giorno avremo il piacere di incontrarli e vedere con i nostri occhi questo meraviglioso villaggio. Intanto possiamo raccontare il loro stile di vita, differente, intenso. È possibile vivere diversamente, con più amore e attenzione verso l´ambiente e verso se stessi. È possibile ritrovare la natura fuori e dentro di noi, senza la necessità di isolarsi e rinunciare alle comodità e alla tecnologia, con la consapevolezza e felicità di aver ritrovato nella natura il proprio posto nel mondo.

Tratto dal blog storiecredibili.it di Antonio Gregolin.

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