traffico illecito di animali
Ambiente

IL TRAFFICO ILLEGALE DI ANIMALI ESOTICI È IN CONTINUA CRESCITA

Il traffico illegale di animali esotici vede le organizzazioni criminali di tutto il mondo portare questo business tra i tre più redditizi di sempre. Praticato in maniera brutale e spietata, è in continuo aumento. Non adatti a vivere accanto all’essere umano, la maggior parte di questi animali provengono da habitat ben diversi dalle nostre case o appartamenti.

Alcune specie piacciono particolarmente e la moda di un nuovo, esotico compagno di vita piace a molte persone. Questo provoca, senza rendersi conto, un danno enorme anche alla popolazione di questi animali in natura. L’esempio più emblematico è quello del pappagallo cenerino; si tratta di uccello di circa mezzo chilo di peso, famoso soprattutto per essere uno dei migliori imitatori della voce umana. Nativo dell’Africa equatoriale, è molto popolare come pet “animale da compagnia”, infatti è stato inserito nella classificazione di “minacciato” nella Red List della IUCN.

Dalla cattura alla prigionia

Gli animali che di solito vedete rinchiusi nelle gabbie degli zoo, esibirsi sulla pista del circo, nelle vetrine e gabbie dei negozi, nuotare negli acquari, non appartengono a specie create dall’Uomo per la cattività ma vengono catturati nel loro ambiente naturale. I metodi utilizzati dai criminali per la cattura, sono cruenti e prevedono in alcuni casi anche l’uccisione di individui che tentano di difendere i propri cuccioli.

I trafficanti di animali, approfittando della condizione di povertà degli abitanti locali, riuscendo a convincerli per pochi spiccioli, ad imprigionare e consegnare esemplari, spesso appartenenti a specie protette e in via di estinzione. Dopo la cattura, gli animali vengono ingabbiati per giorni senza cibo e acqua in attesa del viaggio che li porterà al commerciante occidentale. A causa dello stress, della denutrizione e dei comportamenti aggressivi dovuti al sovraffollamento delle gabbie, giunge a destinazione soltanto un numero di animali compreso (secondo le stime della IUCN), fra il 10% ed il 50% di quelli stivati a bordo di navi ed aerei.

Molti di questi esemplari, non sopravvivono nemmeno alla cattura ed alle fasi immediatamente successive. Una volta giunti a destinazione questi animali si trovano a dover affrontare condizioni climatiche differenti e un’alimentazione inadeguata. Lo stress è talmente forte che alcuni animali, soprattutto quelli tenuti nei circhi e negli zoo, si lasciano morire d’inedia.

Pensate che i pesci cardinale, pescati nei fiumi del Sud America, vengono smistati nei centri di Bogotà e della Florida. Restano a digiuno anche per due o tre settimane. Trasportati in aereo dentro sacchetti pressurizzati, ne arriva a destinazione appena il 5%. I pesci pagliaccio, vengono pescati nei mari tropicali, portati fuori dal loro habitat, ne arriva a destinazione negli acquari europei meno della metà.

Animali esotici tenuti in gabbia in uno dei wet market di Huan in Cina
Wet Marker di Huan – Cina

Pandemie e il traffico illegale di animali esotici

In Cina, come in altri paesi, è facile trovare animali selvatici, venduti nei wet market; mercati alimentari diffusi in tutta la Cina e in molte altre zone del Sud Est Asiatico. In questi market di strada, vengono venduti e macellati sul posto innumerevoli specie di animali selvatici, esotici e domestici. Quindi provate ad immaginare che basso tasso di controllo igienico sanitario in questi mercati all’aperto, dove si vendo animali vivi e morti.

Anni fa, non molti in realtà, eravamo presi con la Pandemia da H1N1. La sua infettività era molto più bassa rispetto alla pandemia che stiamo vivendo oggi, ma furono comunque settimane di paura, costretti a girare con mascherine e gel per le mani. La stessa identica situazione che viviamo anche oggi noi, e in tutto il mondo. La situazione uscì dalle cronache subito dopo il massacro preventivo di milioni di maiali. Epilogo molto simile alla recente peste africana suina (2018-2019). Che ha causato lo sterminio in Cina, e in alcuni paesi vicini, di circa 300 milioni di maiali, seppelliti vivi in immense fosse comuni.

L’esempio più simile a quello che stiamo vivendo oggi risale al 2003, al coronavirus SARS che fece circa un migliaio di morti in tutto il mondo, con un’ infettività per fortuna bassa ma una mortalità molto alta (9,6%). La  sindrome respiratoria SARS è un esempio emblematico perché possiede molte caratteristiche comuni e una “storia” simile a quella dell’attuale Covid-19.

Fonte: In questo articolo

Italia, centro nevralgico del traffico di animali

Ancora una volta il nostro bel paese non poteva che aver un primato. Ma non c’è proprio nulla di cui andar fieri.  L’Italia nel 2018 è stato il principale paese di esportazione e traffico illegale di tigri verso la Cina.

Una tigre messa in gabbia

Ma come arrivano gli animali in Italia?

I pappagalli vengono catturati nelle foreste dell’Amazzonia. Fanno tappa negli Stati Uniti prima di arrivare in Europa dove passano per alcuni centri di smistamento come l’Olanda. Le iguana del centroamerica viaggiano negli Stati Uniti, dove le aspetta una quarantena di soli 3 giorni, imbottite di antibiotici. Si trovano poi animali, fra cui le piccole scimmie uistitì, la cui vendita è vietata a causa del virus Ebola.

Quando la Guardia di Finanza riesce a catturare queste specie animali, finiscono nei centri di recupero per primati o negli zoo di tutta Europa. Gli animali esotici sequestrati, non possono tornare nei loro paesi per la mancanza di fondi da parte delle associazioni di competenza.

In Italia, nei mercati o in alcune aziende si possono trovare animali importati illegalmente e provvisti di documenti falsi. Perché la vendita sia valida e legale insieme all’animale devono essere consegnati il certificato di provenienza (CITES) e la ricevuta fiscale. Il CITES può essere falsificato oppure provenire da un animale morto. E’ un giro di parecchi milioni di Euro, secondo solo al traffico di stupefacenti e di armi.

Tanto per ribadire uno degli aspetti peggiori del traffico illegale di animali esotici e non, sono le condizioni di detenzione durante il trasporto che sono spesso atroci e portano alla morte diversi esemplari.

Stop al traffico illegale di animali esotici

Se vogliamo che il futuro cambi, che il mondo migliori, dobbiamo TUTTI INSIEME iniziare a cambiare il nostro stile di vita e le nostre abitudini. Queste rappresenteranno il vero antidoto a questa pandemia e alle probabili pandemie future. Per farlo serve la chiusura permanente di tutti i wet market e, l’organizzazione LAV ha aderito ad una lettera di richiesta al World Health Organization – OMS, per la fine della caccia e della vendita di animali selvatici in tutto il mondo e il divieto assoluto di commercio di animali selvatici ed esotici.

Se per intraprendere questo cambiamento non basta la sofferenza degli animali, non bastano le migliaia di perdite umane, non basta il fatto che abbiamo paura del contatto fisico con amici e familiari mi chiedo: cos’altro deve accadere perché le persone facciano qualcosa oggi stesso? Stiamo già pagando, sotto ogni punto di vista, e continueremo a pagare a caro prezzo, gli effetti del nostro comportamento irresponsabile ai danni del Pianeta, ma se adottiamo i cambiamenti necessari oggi stesso, il domani apparirà più roseo e sano per tutti noi e soprattutto per le generazioni future.

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