
CAMMINARE AIUTA AD ESSERE PIÙ SANI E FELICI
Secondo il neuroscienziato Shane O’Mara quando camminiamo, oltre a coinvolgere cuore e polmoni nell’attività, spingiamo il nostro cervello a mettere in atto una serie di operazioni molto complesse, viene generata una “mappa cognitiva”. Questa attività mentale ha un forte impatto anche su come ci sentiamo, contribuendo a renderci più sani e felici.
Mentre scriveva i Discorsi, Jean-Jacques Rousseau camminava da solo nel Bois de Boulogne dopo pranzo, molto spesso si immergeva nei suoi pensieri al punto da dimenticare di dover rincasare per la notte. Nelle Confessioni lo stesso Rousseau scriveva: “Non ho mai tanto pensato, tanto vissuto [..] quanto in quei viaggi che ho compiuto da solo e a piedi. La marcia ha qualcosa che anima e ravviva i miei pensieri: non riesco quasi a pensare quando resto fermo; bisogna che il mio corpo sia in moto perché vi trovi lo spirito”.
Il principale interesse del neuroscienziato Shane O’Mara è capire come il camminare possa influenzare positivamente il nostro cervello, diminuendo depressione, stress e ansia; favorendo al contempo apprendimento, cognizione e memoria. I sistemi cerebrali che supportano queste ultime tre funzioni sono i più colpiti e indeboliti da stress e forme di depressione di vario tipo. Non solo, questi sistemi cerebrali generano anche quella che O’Mara chiama la nostra “mappa cognitiva” che potremmo definire come il nostro GPS interno.

Riparare il nostro cervello camminando
Grazie a diversi studi, sappiamo ormai con certezza che le persone che camminano molto sono meno inclini a disturbi depressivi. Infatti O’Mara suggerisce di vedere all’attività del camminare come a un rimedio in grado di riparare il nostro cervello. Camminare abbassa la pressione sanguigna e ci consente di essere creativi e migliori nella risoluzione dei problemi, migliorando notevolmente il nostro stile di vita. Camminare può migliorare la propria memoria e le persone anziane che camminano escono dalle loro case, incontrano persone e si sentono meno sole.
In uno studio condotto nel 2018 che monitorava i livelli di attività dei partecipanti e i loro effetti sui tratti della personalità per oltre 20 anni, mette in evidenzia come coloro che si sono spostati di meno hanno mostrato cambiamenti di personalità non positivi, non mostrando miglioramenti su tratti caratteriali quali apertura, estroversione e piacevolezza. O’Mara faceva inoltre notare come “convincere le persone a impegnarsi in attività fisiche prima di impegnarsi in un atto creativo ha un effetto benefico molto potente”.
Gli esseri umani sono camminatori sociali
Nel 2014, nel libro Camminando, il giornalista e saggista Davide Sapienza già evidenziava un aspetto che anche Shane O’Mara ricorda nel suo libro: Praise of Walking: l’uomo si muove da sempre e quasi mai lo fa da solo. Gli esseri umani sono essenzialmente “camminatori sociali” e il cervello umano è strutturato per essere sempre “al passo” di chi cammina con noi. Ricorda O’Mara, che facciamo sempre degli sforzi per riuscire a stare al passo con la camminata degli altri e questo spiega anche la normale irritazione che ci assale quando non ci riusciamo.
Inconsciamente quando camminiamo non ci accorgiamo di piccole scelte che si compiono fin quando non ci si imbatte in un inghippo che ce le fa notare. Si dà molto spesso per scontata la nostra “mappa cognitiva” e quindi il proprio GPS interno. In un altro libro, Una Passeggiata nei boschi, l’autore Bill Bryson si accorge proprio di questo e scrive: “Mi resi conto che gran parte della mia indifferenza nei confronti dell’ambiente che mi circondava risiedeva semplicemente nel fatto che non avevo idea di dove mi trovassi.” Fortunatamente anche il “navigatore interno” di ognuno migliora più viene allenato, ed è il motivo per cui chi cammina spesso è anche molto bravo nell’orientarsi.
La mente che si svela
Shane O’Mara scrive che “camminare è olistico: ogni suo singolo aspetto ne migliora un altro del proprio essere: camminare fa bene al corpo, fa bene al cervello e fa bene alla società in generale”. Camminare ci permette di essere contemporaneamente nel nostro corpo e nel mondo senza sentirci a disagio, vivendo momento per momento la propria esistenza. Ci aiuta a pensare senza estraniarci e senza dare troppo peso ai pensieri negativi, e soprattutto li lascia fluire “li lascia andare”.
Camminare, è quello che l’essere umano, per migliaia di anni ha sempre fatto, ma che nei ultimi 50 anni ha dimenticato, passando la maggior parte della propria esistenza immersi nel cemento. L’uomo non ha smesso di camminare, ha smesso di farlo consapevolmente, per questo il mio invito è quello di tornare a farlo in maniera più profonda, per riscoprire noi stessi e imparare a volersi nuovamente bene. Qui un articolo dove parlo della Meditazione camminata, un ottimo modo per risvegliare e rilassare mente e corpo.

